Palazzo delle Esposizioni 2025
Dal 29 ottobre al 16 febbraio 2025 arriva Pietro Ruffo con L’ultimo meraviglioso minuto, vasta mostra in cui Pietro Ruffo si interroga sull’impatto dell’uomo sulla Terra, esplorando la legittimità del termine Antropocene e condensando nelle opere esposte la storia del nostro pianeta e della conoscenza. La mostra si articola nella grande sala del piano nobile di Palazzo Esposizioni e nelle tre sale adiacenti. Nella sala più grande, Le Monde Avant la Création de l’Homme, un lavoro lungo 21 metri, sarà inserito nell’installazione immersiva L’ultimo meraviglioso minuto che ricreerà l’atmosfera di una foresta primordiale. Al suo interno, i visitatori e le visitatrici potranno camminare tra le testimonianze di una storia antica offerte dalle opere circolari intitolate De Hortus. Il percorso espositivo proseguirà alla scoperta delle prime tracce umane riproposte attraverso cinque grandi quadri della serie Antropocene Preistoria. Successivamente, i visitatori e le visitatrici prenderanno coscienza del tempo, immergendosi nella video installazione realizzata in collaborazione con Noruwei Il Giardino planetario in cui la preistoria, il presente e il futuro sono raccordati in un unico orizzonte stratificato. La mostra termina con una riflessione su Roma, vista e sezionata nelle sue varie fasi storiche e geologiche: un palinsesto visivo creato appositamente per Palazzo Esposizioni, che pone sotto un unico sguardo millenni di evoluzione.
Dal 23 novembre al 30 marzo 2025 ecco Francesco Clemente con Anima nomade, mostra eccezionalmente concepita come un’unica grande installazione. Nella rotonda del piano nobile e nelle sette sale che da essa si irradiano, saranno esposte una serie di significative opere ambientali attraverso le quali ripercorrere temi e immagini rivelatrici del lavoro di uno dei grandi artisti italiani riconosciuti a livello mondiale. Insieme alle Tends realizzate nel 2013, straordinariamente riunite in questa occasione, saranno esposte le Bandiere del 2014 e due grandi sale saranno interamente dedicate a wall drawing realizzati dall’artista in situ per questa occasione.
Dal 27 novembre al 30 marzo 2025 Elogio della diversità propone un Viaggio negli ecosistemi italiani. La mostra intende mettere in rilievo temi e circostanze diverse: il valore della biodiversità sia in termini assoluti che in relazione al benessere psicofisico degli essere umani; i principali fattori antropici – cambiamento climatico, specie invasive, frammentazione degli habitat e inquinamento – che si ritengono essere causa della minaccia alla biodiversità; la visione della salute unica – One Health – come approccio integrato per equilibrare la salute di persone, animali ed ecosistemi; le possibili azioni individuate per invertire la rotta in direzione di un accrescimento della ricchezza della biodiversità sulla terra e al contempo favorire paradigmi di prevenzione. In occasione della mostra, si apre un nuovo ciclo di incontri a Palazzo Esposizioni Roma, alla scoperta del ruolo cruciale della biodiversità per l’ecosistema e la vita umana. Mentre, dal 5 al 9 febbraio 2025, è prevista la rassegna cinematografica Chi ha paura della natura?.
Dal 17 dicembre al 19 gennaio 2025 nella Sala Fontana, a ingresso libero, Cyril de Commarque espone Primitive, un’interpretazione poetica di immagini satellitari di osservazione delle zone di distruzione delle foreste primitive. I motivi ripetitivi della deforestazione – i pattern – sono utilizzati come struttura estetica per sculture realizzate con alberi abbattuti negli anni Settanta nel giardino d’infanzia dell’artista, a causa di una malattia. Cyril de Commarque esplora qui la nozione di primitivo non come forma arcaica, ma come un ritorno all’essenziale, all’infanzia della vita, agli ecosistemi. Primitive si ispira ai lavori dell’antropologo Philippe Descola che esplora le relazioni tra essere umano e natura, mettendo in discussione la visione dualista che considera l’uomo e l’ambiente naturale come due entità separate. Basandosi sull’ontologia dei mondi, Descola dimostra che diverse culture hanno rapporti differenti con i non-umani, sfidando la percezione occidentale moderna che considera la natura come una semplice risorsa sfruttabile. Le opere esposte invitano così lo spettatore a una riflessione critica sulla percezione umana della natura nell’era dell’Antropocene, quell’epoca definita dall’impatto massiccio delle attività umane sul pianeta. Gli ecosistemi primitivi costituiscono il nostro ultimo legame intatto con l’originario.
Ultimo aggiornamento 07/01/2025