Lavorare in Giappone
Considerazioni generali
Il Giappone è la terza potenza mondiale, la sua economia si basa principalmente sulla presenza di molte aziende private e principalmente sul settore terziario ed è di tipo verticale, ossia importa materia prima ed esporta prodotti finiti. È inoltre un tipo di economia che disincentiva ril isparmio, incentiva l’export, e svaluta la moneta e che punta sullo sviluppo di infrastrutture e tecnologie, ma anche sul turismo (nasti pensare che in Giappone sono presenti ben 21 siti Unesco, tra cui il washoku, tradizione culinaria che è patrimonio immateriale dell’umanità). Il tasso di disoccupazione si aggira intorno al 2,5%. Gli italiani apprezzano molto il Giappone, tant’è che nel 2018 il numero di connazionali registrati sul suolo giapponese era di 150mila unità (nel 2016 si sono festeggiati i 150 anni di relazioni Italia-Giappone).
A causa delle differenze culturali sostanziali fra Italia e Giappone una delle modalità più comuni per entrare nel mondo del lavoro nipponico è quella di fare un’esperienza di tirocinio, così da introiettare, prima di iniziare un vero e proprio lavoro, le peculiarità dell’ambiente lavorativo, la diversa sensibilità nei confronti di valori come il rispetto per gli anziani e il rispetto delle gerarchie senpai-kohai, il sistema estremamente meritocratico e premiale ma decisamente competitivo. In Giappone fare straordinari è la norma, arrivare in ritardo è inammissibile e la capacità di instaurare un buon rapporto con i propri colleghi è una delle caratteristiche più apprezzate nei lavoratori occidentali. Allo scopo di fare pubbliche relazioni in Giappone sono molto diffuse le nominication (da nomo=bere e communication), appuntamenti di “dopo lavoro” al bar.
Programmi di scambio e tirocinio
Un’opportunità per entrare nel mondo del lavoro nipponico la offre il JET Programme (Japan exchange and teaching).
Finalità del programma sono la promozione dell’interscambio internazionale a livello locale e la collaborazione con le amministrazioni territoriali, il Ministero dell’Interno e delle Comunicazioni, il Ministero degli Affari Esteri, Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport, della Scienza e della Tecnologia, il Consiglio delle Autorità Locali per le Relazioni Internazionali (CLAIR).
Il programma è attivo dal 1987 e nel 2011 i partecipanti sono stati 4330, provenienti da 39 nazioni. Il contratto di lavoro è per un anno, e prevede la possibiluità di rinnovo per un ulteriore anno. Le posizioni offerte sono di Assistant language teachers (ALTs) e di Coordinators for international relations (CIRs). Agli italiani è offerta generalmente la posizione di CIRs, dal momento che la lingua italiana non viene insegnata durante le scuole secondarie di II livello. Il bando per accedere al programma JET esce solitamente a febbraio sul sito dell’Ambasciata. Di norma la scadenza è ad aprile. Le selezioni prevedono il test di lingua giapponese, il noryoku shiken (informazioni sul test sono disponibili sul sito dell’Istituto culturale giapponese di Roma). Altra discrimine fondamentale per accedere al programma è la forte motivazione a promuovere davvero l’interscambio culturale fra i due paesi. In caso di selezione positiva la partenza è nel mese di agosto. Il JET provvede alla copertura delle spese di viaggio e a un salario (che si aggira sui 3,6 milioni di yen lordi all’anno) per circa 35 ore di lavoro settimanali, oltre a fornire la rara opportunità di lavorare nell’amministrazione pubblica giapponese, cosa abbastanza difficile altrimenti, e di perfezionare la lingua sul posto.
Di solito dopo il JET è difficile fare carriera all’interno dell’amministrazione ospitante, quindi per trovare un lavoro fisso ci si deve muovere altrimenti.
Altra occasione di tirocinio è offerta dal programma Vulcanus in Japan, di cui trovate ampia descrizione nel sito dedicato. L’opportunità è finanziata dal centro UE Japan per la Cooperazione Industriale e dall’azienda ospite del tirocinante.
La ricerca del lavoro
I giovani giapponesi cominciano a cercare lavoro già al terzo anno di università. A partire da gennaio/febbraio dell’anno precedente la laurea iniziano un ciclo di appuntamenti di Orientation da parte delle aziende con test attitudinali scritti e colloqui. Il che significa che probabilmente prima ancora di laurearsi è già possibile avere un contratto di lavoro in tasca. L’anno lavorativo segue l’anno fiscale, inizia dunque ad aprile.
Altra opportunità di ricerca del lavoro è offerta dai siti dedicati ai lavoratori stranieri, figure molto apprezzate in compagnie di import-export che hanno una grande necessità di traduttori linguistici che sappiano anche interpretare usi e costumi dei paesi con cui fanno affari. Un esempio di siti del genere è offerto da Gaijinpot, oppure nella sezione annunci di lavoro dei quotidiani giapponesi scritti in lingua inglese.
Oppure si può iniziare a lavorare proponendosi come insegnante di italiano per gli studenti giapponesi e richiedere attraverso questa attività il visto da mediatore linguistico. Questa attività consente di costruire una propria rete di relazioni, molto utile per trovare successive opportunità di impiego.
Visto di lavoro
Per i cittadini italiani in visita in Giappone che soggiornano nel paese per meno di 90 giorni non sono richiesti visti, purché non si eseguano attività che prevedono retribuzione economica.
Per visite di più di 90 giorni o a scopo lavorativo è invece necessario recarsi presso l’ufficio consolare preposto e richiedere un visto. I documenti necessari e i moduli per la richiesta sono indicati nella sezione dedicata sul sito dell’Ambasciata giapponese in Italia. In ogni caso è essenziale presentare il Certificato di Eleggibilità, che viene rilasciato dalle autorità di immigrazione regionali, sotto la giurisdizione del Ministero della Giustizia. Un elenco degli uffici coinvolti è consultabile sul sito dell’Immigration Bureau of Japan.
Da sapere
In Giappone sono essenziali le “buone maniere” e il corretto comportamento secondo regole informalmente codificate. Oltre al rispetto assoluto delle gerarchie e dei rapporti fra giovani e anziani, è importante conoscere alcune norme di base:
- il meishi kōkan: ossia lo scambio dei biglietti da visita deve avvenire secondo certe modalità (prendere il biglietto porto dall’interlocutore con due mani, leggerlo con attenzione prima di riporlo, osservarlo prima di rivolgere la parola all’interlocutore nell’ambito di una riunione, etc.)
- l’o-jigi: ossia l’arte di sapersi “inchinare” in modo giusto per ogni occasione
- il keigo: ossia il corretto uso del linguaggio onorifico
- il look: come ovunque, anche in Giappone è importante presentarsi ad appuntamenti e colloqui di lavoro con un abbigliamento formale e non stravagante (anche se ovviamente dipende dal contesto dell’incontro).
Link utili
Japan External Trade Organization: ente semi-governativo giapponese per la promozione del commercio e degli investimenti
JET Programme: sito del Japan exchange and teaching programme
Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia: è possibile compilare un form per offrirsi come lavoratori
Camera di Commercio Italiana in Giappone: attiva nella promozione degli scambi commerciali tra Italia e Giappone
Istituto Italiano di Cultura a Tokyo: con una sezione dedicata agli annunci di lavoro
Web Japan: sito di annunci di lavoro
HelloWork: annunci di lavoro (solo in giapponese)
EU – Japan Center for Industrial Cooperation: ha una sezione dedicata agli annunci di lavoro. Offre annualmente il programma Vulcanus in Japan, una borsa di tirocinio per giovani europei
Career Forum: annunci di lavoro per stranieri
Enjapan: annunci di lavoro (solo in giapponese). Versione inglese
Ultimo aggiornamento 20/01/2023