Barberini Corsini Gallerie Nazionali 2025
Fino al 23 febbraio 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica ospitano un evento straordinario a cura di Thomas Clement Salomon e Paola Nicita: nella Sala Paesaggi di Palazzo Barberini sarà esposto il Ritratto di monsignor Maffeo Barberini, un dipinto di Caravaggio proveniente da una collezione privata e mai precedentemente mostrato al pubblico. Si tratta di un prestito storico di grande valore. L’opera, presentata per la prima volta da Roberto Longhi nell’articolo Il vero “Maffeo Barberini” del Caravaggio, pubblicato nel 1963 sulla rivista Paragone, è stata indicata dallo studioso come un elemento fondamentale per comprendere la ritrattistica di Caravaggio. Secondo Longhi, il dipinto, riapparso a Roma senza documentazione, era stato conservato per secoli nella collezione della famiglia Barberini prima di finire in una raccolta privata, probabilmente durante la dispersione del patrimonio negli anni Trenta.
In occasione dei quattrocento anni dalla nascita di Carlo Maratti, le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano la mostra Carlo Maratti e il ritratto. Papi e Principi del Barocco Romano dal 6 dicembre al 16 febbraio 2025. L’esposizione propone un’analisi approfondita della produzione ritrattistica di Maratti, figura di spicco della pittura italiana del Seicento. Sebbene Maratti sia noto principalmente per le sue opere di soggetto sacro e le decorazioni per le chiese di Roma, è importante riconoscere il suo ruolo come ritrattista di grande prestigio. Grazie alla sua abilità nel coniugare realismo e introspezione, Maratti ha consolidato la propria reputazione, diventando arbitro del gusto artistico sulla scena romana per oltre cinquant’anni. Le opere esposte, molte delle quali restaurate per l’occasione, sono caratterizzate da un’efficacia realistica e da una minuziosità d’esecuzione. Maratti riusciva a rappresentare non solo i tratti fisionomici dei soggetti, ma anche a rivelare il loro carattere attraverso dettagli significativi. Questa capacità di introspezione del carattere ha permesso a Maratti di immortalare papi, prelati e membri dell’aristocrazia, conferendo loro un’immagine duratura e significativa.
Inaugura il 7 marzo la grande mostra dedicata dall’istituzione museale a Caravaggio: fino al 6 luglio 2025, in concomitanza con le celebrazioni del Giubileo 2025, Caravaggio 2025, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon si propone come il progetto tra i più importanti e ambiziosi dedicati a Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610), con un eccezionale numero di dipinti autografi e un percorso tra opere difficilmente visibili e nuove scoperte in uno dei luoghi simbolo della connessione tra l’artista e i suoi mecenati.
Riunendo alcune delle opere più celebri, affiancate da altre meno note ma altrettanto significative, la mostra vuole offrire una nuova e approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale del Maestro, esplorando per la prima volta in un contesto così ampio l’innovazione che introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo. Tra le opere in esposizione il Ritratto di Maffeo Barberini recentemente presentato al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta, ora per la prima volta affiancato ad altri dipinti del Merisi, e l’Ecce Homo, attualmente esposto al Museo del Prado di Madrid che rientrerà in Italia per la prima volta dopo secoli, accanto ad altri prestiti eccezionali come la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, capolavoro già nelle collezioni Barberini che tornerà nel Palazzo che la ospitava, e Marta e Maddalena del Detroit Institute of Arts, per il quale l’artista ha usato la stessa modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini, esposti per la prima volta tutti uno accanto all’altro. La mostra sarà anche l’occasione per vedere di nuovo insieme i tre dipinti commissionati dal banchiere Ottavio Costa, Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini, il San Giovanni Battista del Nelson-Atkins Museum di Kansas City e il San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum of Art di Hartford, e opere legate alla storia del collezionismo dei Barberini, come i Bari del Kimbell Art Museum di Fort Worth, che torna nel palazzo romano dove fu a lungo conservato. Chiude la selezione l’importante prestito concesso da Intesa Sanpaolo: Martirio di sant’Orsola, ultimo dipinto del Merisi, realizzato poco prima della sua morte.
Ultimo aggiornamento 27/01/2025